Il termine cicatrice, dal latino cicatrix, prende origine dalla parola greca έσχάρα – escara, che indicava una fessura o fenditura.
Per cicatrizzazione oggi si intende un processo biologico di riparazione che segue alle lesioni di tessuti molli che si conclude con la formazione di una cicatrice.
In sede penalistica la presenza di una cicatrice al volto può comportare un'aggravante di colpa in quanto "lo sfregio permanente del volto" determina una "lesione personale gravissima". Ma anche la presenza di una cicatrice in altre parti del corpo può comportare un danno penalmente rilevante in quanto "la lesione personale è grave … se il fatto produce l'indebolimento permanente di un senso o di un organo" (art. 583 c.p.)
In sede civilistica la presenza di una cicatrice viene valutata come danno patrimoniale in quanto "il danno alla persona è risarcibile anche se non incidente sul reddito" e "deve considerarsi danno risarcibile la menomazione diminutiva del valore della persona nella sua globalità e quindi non solo nel versante economico ma anche in quello biologico".
Varie sono le tabelle valutative di una cicatrice:
- Nelle tabella delle menomazioni all'integrità psicofisica comprese tra 1 e 9 punti di invalidità (Gazzetta Ufficiale N. 211 del 11 Settembre 2003).
- Il pregiudizio estetico è lieve: ≤ 5 punti
- Il pregiudizio estetico complessivo è da lieve a moderato: 6-9 punti
- Nelle tabelle di indennizzo danno biologico relative al danno biologico ai fini della tutela dell'assicurazione contro gli infortuni e le malattie professionali
(Decreto Legislativo 23 febbraio 2000, n. 38 - art. 13)
- Cicatrici cutanee, non interessanti il volto ed il collo, distrofiche, dicromiche: ≤ 5 punti
- Cicatrici cutanee deturpanti, non interessanti il volto ed il collo: ≤ 12 punti
- Cicatrici cutanee, interessanti il volto ed il collo, a seconda della natura, della estensione e del complessivo pregiudizio fisionomico o fisiognomico, fino alla deturpazione: ≤ 30 punti
- C.R.E.S.O. (Colore, Rilievo, Estensione, Sede, Orientamento), introdotta da Bucelli nel 1991, con la seguente formula:
Formula: (C+R)/2+E+S+O
I punteggi sono attribuiti a seconda di:
- Colore:
- Isocromia - 1;
- Lieve discromia - 5;
- Ipocromia - 15;
- Ipercromia – 25
- Rilievo cicatriziale:
- Piano - 1;
- Lieve ipotrofia o ipertrofia - 5;
- Marcata ipertrofia o depressione - 15;
- Retrazione marcata – 25
- Estensione:
- Cicatrice lineare - 1;
- Inferiore al 30% dell'area anatomica interessata: - 5;
- Dal 30 al 60% ma ancora sufficiente per la correzione della perdita di sostanza - 10;
- Fino al 90 % ma con tessuti utilizzabili dalle unità vicine - 15;
- Tutta l'unità è interessata e le unità vicine non sono utilizzabili – 25
- Sede:
- Non esposte - 1;
- Visibili nell'intimità - 5;
- Mascherabili con l'abbigliamento – 10;
- Socialmente esposte – 15;
- Volto – 25
- Orientamento:
- Parallelo a una linea – 1;
- Parallelo a una su due linee – 5;
- Indifferente (area senza linee) – 10;
- Obliqua – 15;
- Perpendicolare – 25
Il totale dà il punteggio cicatriziale (0-100).
Il danno biologico risultante va così calcolato:
- 40 0-10%
- 41-60 11-15%
- 61-80 16-20%
- 80-100 > 20%
Infine il danno biologico risultante viene adattato al caso specifico a seconda di:
- stato anteriore del soggetto
- età
- sesso
- ripercussioni sulla vita lavorativa e sociale
- trattamenti chirurgici possibili